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Clubhouse arriva su Android… Troppo tardi!

Dopo mesi in cui non se ne sentiva più parlare, ecco che Clubhouse arriva su Android. Funziona? Ecco le mie prime impressioni e i primi passi in questo “nuovo” social network, anche se ormai è troppo tardi.


Cos’è Clubhouse e come si accede

Come ho spiegato in un articolo precendente, Clubhouse è un social network in cui si parla e basta. Ci sono tante stanze oppure ne si crea una e si discute del più e del meno con tutti. Per fare un paragone più vicino alla realtà, immaginate un’enorme piazza con tanti gazebi con dentro gente che parla di argomenti più o meno specifici.

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Il sistema di accesso è il medesimo della versione per iOS: ogni nuovo utente ha a disposizione due inviti oppure può concedere l’accesso a chi ha creato un account in precedenza se costui è presente in rubrica. In questo caso, siccome sono molti gli smartphone con il Robottino Verde, si affievolisce il fattore esclusività, dando la possibilità a un pubblico più vasto di accedere.

Per scaricare l’applicazione, è sufficiente andare nel Playstore ed effettuare il download. (oppure andate sul sito ufficiale) Se avete fatto una pre-registrazione in passato, vi arriverà una notifica. Giusto per non confondervi con un’app omonima, l’icona di Clubhouse è un primo piano di una ragazza che guarda in alto (qualità e cringe artistico sempre un livello sopra gli altri)


Prime impressioni: minimale e semplice

Creare un account è semplicissimo: nome e cognome, numero di telefono per la verifica, nickname ed eventualmente una foto profilo. Dopo aver completato quei pochi passaggi, si può entrare subito nel vivo di Clubhouse intrufolandosi in qualche stanza qua e là o creandone una propria.

Già dalle prime schermate ho notato che ci sarebbe stato qualcosa di fastidioso: cromaticamente fa schifo. Almeno, se come me avete il tema scuro, quei toni sul “gelato alla liquirizia” sono orribili. In caso contrario, il color crema / affogato al caffè (per stare in tema con la stagione) è più piacevole. Passandoci sopra, l’app punta tutto su un forte minimalismo, con il vantaggio di avere tutto a portata di mano e con pochissimi tocchi.

Una casa con tante stanze ben insonorizzate

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Entrati in Clubhouse abbiamo diverse stanze in cui entrare, anche quelle SCAM.

Nella home ci troviamo davanti a una lunga lista di stanze pubbliche a cui unirsi e i cui temi si basano su delle scelte fatte in fase di registrazione. In generale si parla principalmente di sport, attualità, crescita personale, networking e tanto altro. Insomma, la varietà non manca. Ogni riquadro indica anche quante persone stanno partecipando alla conversazione, così da avere un’idea sulla presunta qualità/presunto seguito di quella room. Creare una stanza è poi immediato: basta un semplice tocco sul bottone verde in basso, scegliere il tipo di stanza e un nome (o argomento).

Toccando l’icona del calendario in alto a destra ci sono tutti gli appuntamenti programmati durante il giorno. Ci si può iscrivere per ricevere una notifica quando comincia la conferenza, oppure programmarne una propria.

clubhouse android creare una stanza
Creare una stanza è molto semplice. Basta scegliere il tipo e un argomento.

Una volta dentro una stanza, a seconda di come è stata impostata dall’admin, si può parlare liberamente (con l’accortezza di mutare il microfono ogni tanto) oppure per “alzata di mano” toccando l’apposita icona. Questa è una funzione che evita di creare confusione, dando un sentore di serietà e rendendo tutto più simile a un webinair o una conferenza. Manca la possibilità di registrare le conversazioni, quindi se state seguendo una “lezione”, vi conviene prendere appunti.

La qualità audio è notevole. Si sente tutto piuttosto bene e, apparentemente, senza cali o ritardi di sorta. Inizialmente ci sono stati dei problemi con gli auricolari tanto che, non essendo stati riconosciuti, speaker e microfono del cellulare restavano attivi.


Minimale dove non dovrebbe

Io ho sempre apprezzato il minimalismo: se sfruttato bene, può portare solo dei vantaggi nell’esperienza utente. Raggiungere funzioni con pochi passaggi, immediatezza, semplicità grafica (non solo) e alti contrasti sono quelle caratteristiche che danno un plus a un’applicazione.

Un profilo “ricco di contenuto e interazione”.

Essere un’app minimalista però non vuol dire togliere o rinunciare a delle funzioni, alcune presenti nella controparte Apple. Se vado nel profilo di qualcuno, è tutto così anonimo. Non c’è netta distinzione tra le informazioni. Non c’è niente che porti a interagire con gli altri. La modifica della propria bio si limita a due righe su di sé senza link ad altri social, proprio sito, ecc. Manca anche un’indicazione per farlo. Le impostazioni si limitano alle sole notifiche e alla lettura di FAQ, linee guida e termini del servizio. Non c’è per il momento possibilità di cambiare i propri dati come nome e cognome o il nickname (utile in caso di errori di battitura), nè tanto meno di chiudere l’account. Gli inviti ad altre persone sono solo tramite SMS, quindi niente Whatsapp, Messenger o Telegram, per fare un paio di esempi. Inviti che, tra l’altro, linkano al download della versione iOS.


Clubhouse durerà ancora per poco

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Pura coincidenza, lo giuro…

Di Clubhouse non se ne sentiva parlare da diversi mesi, tempo utile ad altre aziende per sviluppare sulle loro piattaforme le proprie versioni (anche piuttosto belle e ricche). L’arrivo su Android avrebbe dovuto lanciare un segnale, come per mostrare che l’app sarebbe sopravvissuta ancora per molto prima di essere disinstallata e dimenticata. Però è passato decisamente troppo e tutto ha dato l’impressione di un compitino fatto contro voglia. L’errore principale di Clubhouse è stato infatti puntare all’esclusività iniziale, di far passare il servizio come dedicato una certa élite di utenti. Il picco è stato raggiunto solo grazie all’arrivo di influencer e personaggi famosi per poi ridurre tutto a una bolla di sapone. Quella bolla che è tornata, ma che è scoppiata 10 secondi dopo, il tempo di un download.


COSA VA……E COSA NON VA
– il concetto alla base è molto interessante
– la qualità audio è notevole e le conversazioni sono stabili
– minimale e semplice da utilizzare
– c’è ancora esclusività (seppur di meno rispetto agli inizi)
– mancano degli aspetti fondamentali lato profilo
– arriva in un momento in cui tutti se ne sono già dimenticati e in cui la concorrenza ha proposto le sue (valide) versioni alternative

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